Domenico Ruccia (Bari, 1986) è considerato uno tra i giovani artisti più promettenti che attualmente operano nel Sud Italia. Inizia a disegnare sin da piccolissimo, ed a dipingere poco dopo. Nonostante nei suoi primi anni di attività non abbia un maestro od un modello preciso da seguire – o forse proprio per questo motivo – matura sin da subito un suo stile personalissimo, che vede dettaglio e capacità tecnica combinati ad una forte componente espressionistica. Negli anni di crescita artistica riesce parallelamente a portare avanti gli studi giuridici, raggiungendo nel 2011 la laurea in Giurisprudenza ed in seguito l’abilitazione di avvocato. Ma ben presto decide di dedicarsi unicamente all’arte: frequenta la scuola di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Bari, dove viene sin da subito notato per la sua originalità. Sono questi gli anni dove l’artista inizia a concepire e realizzare uno dei suoi lavori più significativi ed affascinanti, la serie di dipinti ad olio “Toys”: queste opere si focalizzano sull’infanzia, presentando una forte componente onirica, quasi metafisica. Questi lavori sono il risultato di una ricerca artistica che opera direttamente su temi e sentimenti personalissimi: il periodo dell’infanzia, la malinconia generata dal ricordo di tempi passati. La visione di questi giocattoli antichi, prevalentemente fatti di legno, sembra finalizzata a veicolare il senso di vuoto generato dalla memoria. Nel 2006 collabora con l’Accademia di Belle Arti di Zagabria: in Croazia svolge un progetto semestrale, e si focalizza prevalentemente sull’illustrazione. In questo periodo realizza numerose illustrazioni che si discostano totalmente dal tema precedente: le serie “Modern Culture” e “Steps of Love” raccontano le difficoltà della vita contemporanea dove tecnologia, richiami alla cultura antica e sottovalutazione dei sentimenti creano un ambientazione surreale, a metà strada tra onirico e fantascientifico. Questi lavori saranno poi esposti a Londra nella rassegna “Works on Paper” a cura della Brick Lane Gallery. Questi lavori, originalissimi poiché combinano elementi dell’arte classica e dell’anatomia ad una forte componente contemporanea, richiamano comunque la poetica essenziale dell’artista: la forza dei sentimenti che questa volta si scontrano con l’oggettività ed il cinismo del mondo odierno. A seguito dell’esperienza croata, porta a termine una serie di lavori dai forti elementi surrealisti e simbolisti: la serie di dipinti “A Brand New World”. In queste opere c’è la volontà di oltrepassare il classicismo del figurativo, slegandolo dall’accademico grazie a forti contaminazioni contemporanee in parte ereditate dagli ultimi lavori realizzati su carta: il risultato è un corpo di lavori spiazzanti dove simbolismo, metafisica e sentimento si fondono in forti contrasti cromatici. Nella prima metà del 2017 l’artista collabora con l’Università di Arte e Design di Cluj: è in Transilvania che viene infatti creata la serie “Seasons”. Trattasi di una raccolta di 12 dipinti ad olio che raccontano – utilizzando quale strumento metaforico le stagioni – lo scorrere inesorabile del tempo, e le reazioni dell’uomo a questa ovvia ma mai banale verità. Qui il paesaggio offre all’artista la possibilità di un’introspezione e di una pittura personalissima: i diversi toni e colori richiamano differenti stati d’animo, e lo stresso procedimento viene applicato ai diversi eventi atmosferici che interferiscono con l’ambiente, e che in tal senso assumono un connotato fortemente emozionale. In Galleria Moderni Ruccia presenta infine la sua serie più significativa, che racchiude tutti gli elementi della sua poetica: “Toys” riesce, attraverso i suoi giocattoli in legno, ad estetizzare il processo del ricordo in un viaggio a metà strada tra il classico ed il contemporaneo.